Quartiere storico San Martino

Pisa, tra il XII e il XIII secolo, era divisa in quattro quartieri; quello situato a Sud dell’Arno era chiamato Kinzica e comprendeva l’area dove oggi si trovano i quartieri di San Martino e Sant’Antonio. La zona era abitata e molto frequentata da mercanti, artigiani e contadini provenienti da diversi paesi, soprattutto dall’Oriente, attratti dalle opportunità che Pisa, grande potenza commerciale del Mediterraneo, poteva offrire, anche grazie alla costruzione delle imponenti opere di Piazza dei Miracoli e della cinta muraria, che richiedevano l’impiego di notevole manodopera. 

In via San Martino, sulla facciata del Palazzo Tizzoni è collocato un bassorilievo in marmo che raffigura una fanciulla che, secondo la tradizione popolare, identifica l’eroina pisana Kinzica che avrebbe salvato la città da un’invasione saracena. Si tratta in realtà di un frammento di un sarcofago romano.

La leggenda di Kinzica 

Kinzica de’ Sismondi era una giovane appartenente ad una nobile famiglia. 

Si racconta che in una notte dell’anno 1004 Kinzica non riusciva a dormire perché pensava al suo fidanzato partito insieme a tanti altri uomini per liberare le coste della Calabria dai pirati.  Dall’alto di una casa torre, la fanciulla vide in lontananza delle luci: erano i saraceni  che volevano saccheggiare Pisa sapendo che ben pochi uomini erano rimasti a difenderla. Kinzica corse fino a raggiungere l’attuale Piazza dei Cavalieri per avvertire i Consoli che iniziarono a suonare le campane della Torre del Palazzo degli Anziani per svegliare la popolazione che riuscì così a respingere i saraceni. 

Nel quartiere di San Martino si possono ammirare numerosi palazzi sfarzosi del XV e del XVI secolo, che mostrano ancora le strutture delle case torri medievali, la Chiesa di San Sepolcro eretta intorno alla metà del XII secolo dall’architetto Diotisalvi (come ricorda l’iscrizione alla base del campanile) e la Chiesa di San Martino legata al culto di Santa Bona.

Bona nacque nel popoloso quartiere di San Martino probabilmente nel 1156 da Berta, una giovane donna originaria della Corsica, e da un mercante di nome Bernardo. Quando la bambina aveva tre anni il padre si imbarcò per la Terrasanta e non fece più ritorno a Pisa. A sette anni Bona entrò in convento e a dieci anni prese i voti. A soli tredici anni decise di partire come pellegrina per Gerusalemme. Bona non incontrò mai il padre Bernardo in Terrasanta perché l’uomo aveva un’altra famiglia. Ritornata a Pisa si dedicò alla cura degli altri, soprattutto bambini. Intraprese numerosi viaggi per San Iacopo di Compostella assistendo i pellegrini nei lunghi cammini faticosi e pericolosi. Secondo la tradizione nel suo ultimo viaggio, che affrontò da sola, San Giacomo la sollevò in volo per condurla al santuario e per poi riportarla a casa. Bona durante quell’esperienza straordinaria raccolse delle conchiglie sulle spiagge di Santiago che portò con sé come prova di quanto accaduto. Morì poco tempo dopo, nel 1207. 

Papa Giovanni XXIII nel 1962 nominò Bona patrona degli assistenti di volo.

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