Piazza Garibaldi
Piazza Garibaldi è situata a nord del ponte di Mezzo, che divide la città in due parti: Tramontana (a nord) e Mezzogiorno (a sud). Questa piazza, ritenuta nei secoli importante per la sua vocazione commerciale, attualmente è un punto di incontro per i giovani e non solo: è infatti il luogo dove le persone si danno appuntamento per fare serata ed è la piazza da cui si accede ai portici di Borgo Stretto, caratterizzati da locali (bar, pasticcerie) ideali per “fare aperitivo” o “prendere un caffè” in compagnia.
Al centro della piazza è visibile una statua in bronzo, realizzata da Ettore Ferrari nel 1892, che rappresenta, ad altezza naturale, Giuseppe Garibaldi. Il basamento della statua illustra tre momenti importanti della vita dell’ “eroe dei due mondi”: la presa di Roma nel 1870, la battaglia dell’Aspromonte, del 1862, nel corso della quale il Generale fu ferito alla base dell’arto destro, e l’arrivo a Pisa, città in cui Garibaldi ricevette assistenza medica e recuperò le forze. A tal proposito si racconta che Garibaldi, trasferito dopo lo scontro in Aspromonte nella prigione di massima sicurezza del forte del Varignano di La Spezia, vi ricevette le prime cure. Il 6 ottobre 1862 fu scarcerato per effetto dell’amnistia seguita alle nozze della figlia di Vittorio Emanuele II, Maria Pia, con il Re del Portogallo. L’8 novembre arrivò a Pisa via fiume, a bordo di un navicello, da Boccadarno, ancora gravemente sofferente per la ferita al piede, e discese presso lo scalo dei Carbonai.
A Pisa, città importante nel panorama medico-scientifico europeo, l’équipe medica che curò il Generale usò la sonda di Nélaton (uno strumento innovativo messo a punto dal medico personale di Napoleone III), e ciò consentì di individuare e localizzare il proiettile tra i tessuti, garantendo così il successo dell’operazione. L’intervento venne effettuato nell’Albergo delle Tre Donzelle (che corrisponde attualmente all’edificio situato all’angolo con Lungarno Pacinotti), nell’appartamento al primo piano, in cui Garibaldi alloggiava con i familiari e il suo seguito. Era il 23 novembre 1862. Garibaldi ripartì da Pisa il 20 dicembre dello stesso anno, dopo aver pagato regolarmente il conto (corre leggenda che fuggì per non pagarlo). In realtà Garibaldi partì di notte, via canale dei Navicelli, per non suscitare troppo clamore, data la presenza di tanti suoi sostenitori.
Tra gli edifici che circondano la piazza si trova inoltre il Casino dei Nobili, un edificio del Settecento che in origine era il fulcro vitale della città, perché veniva utilizzato dagli aristocratici cittadini per le feste da ballo, i rinfreschi, le conversazioni salottiere, ma anche per il gioco d’azzardo. Oggi vi hanno sede gli uffici di un’azienda informatica che si occupa di innovazione e tecnologia, fondata da un pronipote di D’Annunzio, mentre al piano terreno troviamo un bar, che prende il nome proprio da questo edificio storico.
La piazza è ulteriormente impreziosita dalla presenza di un tabernacolo ligneo cinquecentesco che sovrasta l’ingresso ai portici di Borgo Stretto: al suo interno si trova infatti una copia del dipinto trecentesco “La Madonna dei Vetturini”, opera attribuita a Nino Pisano (1370 circa). La Madonna dei “vetturini” o dei “cacciatori” fu così detta in quanto oggetto di culto da parte della famiglia Medici in occasione delle battute di caccia che avvenivano nelle tenute di San Rossore o di Coltano; la statua fu trasferita dalla chiesa di Santa Maria della Spina nel 1586 e posta nell’attuale ubicazione per renderla più fruibile ai devoti. Infatti la Madonna veniva invocata dai pisani che, al suono delle campane cittadine, recitavano le preghiere per ottenere protezione dal malgoverno dei Granduchi. L’opera è stata poi rimossa dal tabernacolo ligneo che la ospitava e sostituita da una copia; restaurata nel 1975, è attualmente visibile nel Museo di San Matteo.